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Ponte Tibetano sul Po |
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Il ponte tibetano più lungo del mondo
(374,12 metri)
e il primo montato in area urbana.
Attivo da giugno 2004 a dicembre 2006. |
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CARATTERISTICHE |
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Struttura di tipologia etnica che rappresenta la metafora classica dell’avventura. Adottato ormai da oltre 20 anni nelle attività outdoor legate alla sopravvivenza, è considerato un attrezzo sportivo per testare abilità, destrezza e senso dell’equilibrio. Si tratta di un ponte sicuro e affidabile, soprattutto se attrezzato con le dovute attenzioni derivate dalle tecnologie moderne riferite all’alpinismo (imbracature, moschettoni, cavo superiore di sicurezza, fitti stralli di solidarizzazione e/o reti di protezione laterali). |
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COME E' FATTO IL PONTE |
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Consiste in una fune che serve da marciapiede e da due funi/mancorrenti laterali superiori a circa un metro da quella marciapiede. Le tre funi, poste quindi a triangolo, sono solidarizzate da stralli laterali più o meno fitti, distanziati l’uno dall’altro da 50 a 100 cm. Il ponte tibetano sportivo moderno è costruito con funi di poliestere o nylon di diametro proporzionale al carico, alla tensione adottata e alla curva-catenaria di posizionamento.
L’oscillazione è inversamente proporzionale al carico di tensione, cioè più il ponte è tesato e più è stabile; più è lasco e più oscilla lateralmente, soprattutto nella sezione centrale.
Fino ad oggi il ponte tibetano più lungo del mondo, inserito nel Guinness dei primati, era lungo 362 mt.
Costruito nel luglio 2001, tra l’isola di Procida e quella di Vivara, da una équipe di istruttori della FISSS (Federazione Italiana Survival). |
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REALIZZAZIONE |
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La stessa équipe che oggi ha costruito, per conto di Experimenta a Torino, questo ponte che va in diagonale sul Po (dal ponte di corso Regina all’area della mostra).
E’ stato montato tra il 21 e il 27 maggio 2004 dopo il posizionamento delle due strutture metalliche portanti ingegnerizzate (durato anch’esso una settimana) dagli istruttori federali Roberto Lorenzani (che ha diretto le operazioni e realizzato il precedente primato); Gianluca Bovero (torinese esperto anche in speleologia e passaggi in corda); Daniele Gaeti e Carlo Ferrari.
Hanno firmato la conformazione e la tenuta di carico delle strutture l’Arch. Luigi Brandajs e l’ing. Giuseppe Donna. |
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